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Numerose strutture corticali e sottocorticali sono coinvolte nella regolazione delle emozioni e nell’associazione degli stati emozionali con i ricordi e le sensazioni.
Talmente tante che spesso utilizziamo la definizione di sequestro emotivo, per definire una persona che è sequestrata da un’emozione. Quando un bambino è sequestrato da un’emozione, come la rabbia i genitori si rivolgono a un professionista, desiderosi di comprendere come poter gestire la situazione in quanto molti dei loro tentativi finiscono per essere vani.
Il mio compito primario è rassicurarli (quando le condizioni lo permettono, ovvio) che l’emozione della rabbia fa parte del bagaglio emozionale dell’individuo, perciò rappresenta un’emozione salutare e perfettamente normale. Il compito degli adulti è quello di aiutare il bambino a gestire adeguatamente l’emozione della rabbia, affinché l’energia che questi prova possa essere incanalata nella giusta direzione e in maniera costruttiva. Può capitare che, in assenza di una corretta promozione da parte dell’esterno, questa emozione possa essere negata al bambino e portare così alla repressione della carica energetica ad essa legata. In questi casi, il bambino può vivere in contesti nei quali, gli adulti di riferimento disapprovano o rifiutano drasticamente tali risposte espressive. Tali atteggiamenti possono nuocere allo sviluppo del benessere emotivo e fisico del bambino. I bambini possono andare incontro allo sviluppo di sintomi depressivi, collegati ad un abbassamento delle difese immunitarie e ad una incapacità a regolare autonomamente le emozioni. Inoltre, potrebbero perdere la consapevolezza delle proprie sensazioni sia spiacevoli che piacevoli (Plummer, 2010).
L’ippocampo, l’amigdala e la corteccia prefrontale sono strutture in connessione con l’ipotalamo. In base agli studi di LeDoux (1987), l’amigdala rappresenta la centrale del comportamento emotivo. Nel caso in cui viene resecata, l’individuo diviene incapace di valutare il significato emotivo degli eventi. L’amigdala è depositaria della memoria emozionale. L’architettura stessa del cervello posiziona l’amigdala al centro del cervello, rendendola capace di sequestrare emotivamente il cervello, assumendo il ruolo di “sentinella delle emozioni” (LeDoux, 1993). Il sequestro emozionale si innesca così rapidamente, a livello del sistema limbico, che il cervello pensante, a livello della neocorteccia, non è capace di agire per valutare se il comportamento può essere considerato efficace o meno.
Vi sono una serie di caratteristiche fisiologiche proprie di ciascuna emozione che contraddistinguono il modo in cui il corpo si prepara a rispondere.
Quando l’individuo prova rabbia, la frequenza cardiaca aumenta e parallelamente il corpo è predisposto ad agire prontamente in seguito ad un’intensa scarica di ormoni, fra cui l’adrenalina.
Bambini molto piccoli fanno fatica a controllare i loro impulsi aggressivi, in quanto lo sviluppo della corteccia prefrontale non è ancora completato. La regione prefrontale rappresenta la centralina atta a favorire l’inibizione e la regolazione delle risposte aggressive dell’individuo (Plummer, 2010).
Ripercorrendo le tappe evolutive, gli studi di Schore (1994), hanno evidenziato come periodo critico: